Viaggiare e lavorare da remoto – lo faccio spesso ma non sono una Nomade Digitale.
Lo specifico perché per me le parole e i significati sono importanti. E perché non mi piace che ogni volta si associ la possibilità di lavorare da remoto al fatto che si smetta di avere una casa o una vita stabile a favore del nomadismo.
Chi vuole farlo ovviamente fa benissimo, soprattutto nella fascia 20/30 credo sia fondamentale per un’apertura mentale ma non è una strada obbligata.
Tornando a noi dunque, il fatto di poter lavorare da remoto mi permette di viaggiare praticamente quando voglio, di non avere limiti nella durata dei viaggi e soprattutto di non dover sottostare ai periodi di alta stagione o alle esigenze di un capo poco permissivo.
Anche perché io sono il mio capo.
Ho casa a Palermo, un luogo stabile dove tornare ogni volta tra un viaggio e l’altro. Pago un affitto, ho un cane e tanti amici da una vita.
Sono una libera professionista che lavora nel campo della comunicazione digitale. Mi occupo di social media strategy, faccio consulenze a privati e piccole/medie imprese, insegno privatamente a singoli o gruppi, mi occupo di content creation su Inciampando.
Tutto questo può essere svolto da remoto, per fortuna, tranne le lezioni in presenza negli istituti privati, ma sono sempre calendarizzate con molto anticipo.
Una delle domande che mi viene posta più spesso è
“Come lavorare da remoto in vacanza?”
Iniziamo da un concetto fondamentale: se viaggi e lavori, anche se non viaggi per lavoro, non sei in vacanza.
Inizia a depennare questa parola dalla tua testa: “VACANZA”.
Se ti porti il lavoro dietro non sei in vacanza. Stai semplicemente spostando la tua sede di lavoro per un po’, per goderti poi il tempo libero in maniera diversa dalla solita routine.
Potrà sembrarti superficiale ma per il nostro mood è molto importante non pensare di essere in vacanza. Renderà tutto meno frustrante.
Come organizzare un viaggio lavorando da remoto?
Innanzitutto programmando il più possibile almeno una settimana prima della partenza. Più sarà breve il tuo viaggio più dovrai programmare.
Pensi sia impazzita? No. Riflettici un attimo: se abbiamo poco tempo in un posto avremo anche meno tempo per stare al pc a lavorare, se vogliamo anche goderci il tempo libero.
Ecco perché io una settimana, anche dieci giorni prima di un viaggio inizio a lavorare decisamente di più, cercando di organizzare tutto il possibile e prevedendo le necessità dei miei clienti: calendari editoriali, email con invio programmato, riunioni in presenza (se necessario), call di consulenze e coaching.
Mi spremo? Si, forse un po’, ma è come bastone e carota. So che alla fine potrò prendere un aereo in serenità, avrò tutto il tempo di arrivare in quel luogo, sistemarmi e organizzarmi il viaggio. Questione di priorità. Quali sono le tue?
“Cosa considerare per lavorare al meglio da remoto in viaggio?”
La connessione. Sembrerà banale ma se viaggerai in Europa la prima cosa che dovrai controllare nelle recensioni di alberghi e appartamenti sarà il Wi-Fi. Se non è eccellente rifiuta e vai avanti. A meno che tu non abbia intenzione di lavorare sempre dalle caffetterie.
A me piace lavorare dai cafè e i coworking ma la comodità di una buona connessione in alloggio non ha eguali.
Se ti trovi fuori dall’Europa allora controlla le SIM locali, scegli i piani tariffari con connessione illimitata e soprattutto con una buona copertura. Dovrai pagare un po’ di più? Si. Ne varrà la pena? Assolutamente si. Soprattutto per lunghi periodi.
“Come resistere alla tentazione di andare in giro invece di lavorare?”
Autodisciplina. Inutile prenderci in giro. La forza di volontà è la prima cosa da allenare. Ero una schiappa in questa cosa, l’ho sviluppata con il tempo.
Quando mi sono licenziata dal posto fisso la prima cosa che ho fatto è stato un viaggio di 4 giorni a Budapest. Niente week end, giorni feriali perché i voli costavano meno.
Mi sono messa alla prova da sola.
Ed ecco cosa ho fatto:
- Prima di partire ho programmato tutto ciò che era possibile.
- Ho avvisato i miei clienti che sarei partita per 4 giorni, così se avevano necessità potevamo anticipare le riunioni. E ho anche avvisato in quali orari non sarei stata collegata perché in volo.
- Durante tutti i 4 giorni sono stata reperibile sempre.
- Mi sono accertata che la connessione in appartamento fosse ottima.
In quei quattro giorni è effettivamente arrivata una richiesta urgente (spoiler: è sempre successo in ogni viaggio. Abituati.).
Come l’ho gestita?
Esattamente come l’avrei gestita se fossi stata a casa ma con il bonus “sto passeggiando per Budapest”.
Ho ascoltato la richiesta del cliente mentre mi trovavo in un parco: bisognava contattare delle illustratrici per farci realizzare delle stampe nel più breve tempo possibile, contattare il centro stampa per capire quando sarebbe avvenuta la consegna, inviare tutto il materiale necessario e coordinare il ritiro. Tutto da remoto.
Ma sarebbe stato uguale anche se fossi stata a casa quindi perché farsi prendere dal panico?
Alcune cose potevo gestirle via mail, direttamente dal cellulare, così mi sono seduta sulla panchina del parco e mi sono presa 15 minuti per fare tutto. Il cliente ha visto immediatezza e supporto. Dopodiché sono rientrata avendo già un ordine mentale dei passi da fare per ridurre, prevedere e agire senza che nulla si potesse mettere contro di me e il mio tempo libero.
E qui rispondo anche alla domanda
“Il cliente si arrabbia se lavoro e viaggio?”
Se il tuo lavoro scorre tranquillamente e gli obiettivi vengono raggiunti, nessuno può arrabbiarsi. Ma questo vale in viaggio tanto quanto a casa. Non può essere un problema se siamo o meno in sede, a meno che la nostra presenza fisica non sia DAVVERO necessaria per qualcosa in particolare.
Ecco perché una delle cose più importanti per me è che il cliente si senta supportato e sicuro anche quando sono lontana. A volte non se ne accorgono neanche se sono fuori o in città.
Cliente felice, io felice. Io viaggiare, io felice.
“Devo per forza avvisare il cliente che partirò?”
Se con quel cliente ti senti giornalmente, sai che potrebbe scriverti o chiamarti e hai un volo di 4 ore in orario lavorativo allora si, è giusto avvisare della non reperibilità quel giorno. In generale io non mi faccio nessun problema ad avvisare. Lo trovo corretto e trasparente.
Non sono i miei capi. Sono i miei clienti. Io non lavoro per loro. Lavoro CON loro.
È molto diverso.
“Come gestire il tempo in viaggio se lavoro da remoto?”
Se hai degli orari fissi, tipo cartellino da timbrare (non tutti siamo freelance) allora ecco delle cose da tenere in considerazione:
- Prevedi prima gli orari di lavoro nei quali dovrai essere con una buona connessione ed in un posto adatto a lavorare.
- Cerca dei coworking vicino l’alloggio o dei bei cafè dai quali poter lavorare.
- In alternativa, scegli una struttura che sia piacevole anche come spazi comuni per lavorare (se stai in ostello per esempio) o un appartamento con una bella vista e uno spazio con scrivania.
- Scegli con 24h di anticipo cosa farai una volta staccato da lavoro. Questo ti aiuterà a non sprecare tempo dopo e soprattutto ti darà una bella motivazione per tenere duro!
- Inserisci nei tuoi giorni di viaggio almeno un week end. In questo modo sai che avrai 2/3 giorni per staccare completamente e goderti il luogo, oltre ai piccoli spazi di tempo libero durante la settimana.
- Cerca di partire e rientrare sempre di venerdì pomeriggio o sabato. In questo modo eviterai di doverti prendere permessi o altro non essendo presente e avrai la domenica per “recuperare” il gap del viaggio.
Se invece sei freelance ecco qualche dritta extra:
- Controlla eventuale fuso orario e cerca di sfruttarlo a tuo favore. Se per esempio sei in America dovrai svegliarti davvero molto presto la mattina ma dal pranzo in poi sai che nessuno ti scriverà o chiamerà per emergenze.
- Se non hai lavoro urgente non usare il tempo per “portarti avanti”. A volte lo facciamo in automatico, ma non ha molto senso. Devi portarti avanti quando sei a casa, quando sei in viaggio svolgi il lavoro regolare, poi goditi il posto.
- Se ti annoi a lavorare in solitaria cerca coworking o gruppi di nomadi digitali di quel luogo. Avrai un’occasione in più per conoscere persone e stringere amicizia in viaggio.
- Prima ancora dei vestiti ricordati di mettere in valigia tutto quello che ti serve per lavorare ma non esagerare! Se puoi fare a meno del secondo schermo, della tastiera extra o del mouse di riserva, fallo. Devi lavorare e viaggiare leggero. Dimentica l’asset di casa.
- Ti capiterà di dover fissare riunioni o impegni al tuo rientro, fallo subito. Dire sempre “ti scrivo quando rientro” è fastidioso per i clienti, fa perdere tempo una volta rientrati e a me personalmente genera uno stress mentale assurdo, come la sensazione di essere in trappola appena atterro. No grazie.
- Considera sempre 2/3 giorni in più rispetto al tempo che spenderesti in quel luogo se pensi che dovrai assolutamente metterti a lavorare. Spenderai forse qualche soldino in più, ma stai comprando la tua serenità. Che prezzo ha per te?
“Devo stravolgere la mia routine se viaggio e lavoro da remoto?”
Non per forza. Se per esempio ti svegli ogni giorno allo stesso orario, poi magari fai yoga, colazione e inizi a lavorare, e questa routine ti fa stare bene, fallo anche in viaggio.
Io per esempio faccio esattamente così. Mi porto il mio tappetino da yoga, l’app per allenarmi anche fuori, le cuffiette e via. Se poi devo controllare delle cose di lavoro per iniziare la giornata più tranquilla lo faccio e una volta pronta mi concedo una colazione con i fiocchi!
“Come gestire i commenti di amici e parenti se scelgo questo stile di vita?”
Per me vale da regola dello “Sticatzi“. Avrai sempre qualcuno che dirà “che fortuna, non lavori mai, sei sempre in viaggio“.
Ricordati che il più delle volte è un po’ l’invidia e un po’ l’ignoranza a parlare. Sei tu che decidi come sentirti ascoltando le loro parole. Falle cadere, scrolla le spalle, usa l’ironia.
Non permettere agli altri di farti sentire in errore per una tua scelta di vita. E non farlo agli altri. Non criticare chi non lo fa, non batterti perché tutti capiscano. Pensa al tuo, goditi il viaggio e tira dritto.
Se non riesci forse hai bisogno di approfondire il perché le loro parole ti facciano del male.
Lavorare e viaggiare non è per tutti. Sia in senso positivo che negativo. Con questo mio articolo non voglio convincere nessuno a farlo, al massimo aiutare chi vorrebbe ma non l’ha mai fatto.
Se sei una di quelle persone che quando viaggia vuole solo stare in vacanza allora a posto, continua così! Ho diversi amici che la pensano così, e li comprendo. Per me è diverso. E loro mi comprendono.
Che bellezza eh.
Ma se invece hai una forte curiosità verso questa modalità di viaggio e lavoro da remoto allora buttati! È qualcosa secondo me da provare almeno un paio di volte prima di poter dire “fa per me”.
Io sono qui per rispondere a tutte le tue domande, casomai quanto ho scritto qui non fosse sufficiente.
Scrivimi su Instagram, sarò felice di chiacchierare insieme.